mercoledì 26 novembre 2014

Volontari e giovani ai Fori romani: una iniziativa bellissima da replicare

Ieri mattina, invitato da Anna Ansaloni Ravenna, ho partecipato a una visita guidata ai Fori romani. La parte di competenza del Comune di Roma, per l'esattezza. Quella che non si visita mai e che sta tra il carcere Mamertino, la Curia senatoria e le pendici della Suburra.
La bellezza e la storia dei luoghi sono affascinanti (anche per noi) per come espropriavano, indennizzavano e radevano al suolo le case del popolo romano per costruire un nuovo Foro (a partire da Cesare, "il dittatore democratico" per usare la definizione di Luciano Canfora). Era una moda ellenistica? Forse. Sta di fatto che l'intrico di vicoli del centro di Roma lasciava il posto ad ampi spazi pubblici, ornati di templi, statue e, nel caso del "Foro della Pace", una biblioteca, piante officinali e botteghe per cure mediche (pare pagate dallo Stato per volontà di Vespasiano). Anche Cicerone ha perso la casa e ricevuto un indennizzo da Cesare che (geniale perfidia) aveva incaricato proprio lui di convincere i vicini di casa dell'utilità pubblica di costruire il Foro di Cesare (primo fra tutti). 

  Il Foro di cesare

Ma l'iniziativa è interessantissima anche per come è nata. Il "Fai" scuola, di Roma, di cui Anna è responsabile, ha avuto l'idea di organizzare visite delle scuole in cui alcuni studenti che si sono preparati fanno da guida ai loro compagni, altri fanno da "aprigruppo e chiudigruppo" altri stanno di rincalzo se c'è bisogno. Sorpresa delle sorprese, i ragazzi ascoltano in silenzio e si muovono in ordine come fossero turisti giapponesi...
Il tutto con la supervisione di archeologhe del Comune e l'assistenza di volontari della protezione civile che aiutano a ordinare il flusso di decine di classi delle superiori.


Con i ragazzi abbiamo visitato anche il Foro di Nerva con il bellissimo pseudoportico con statue e fregio.



E il Foro di Augusto, ai confini della Suburra e dei Mercati Traianei


A me pare che l'idea sia ottima per diversi motivi.
Intanto perché studiare la storia e la storia dell'arte esclusivamente sui libri a Roma (e in quasi tutte le città italiane) è un'assurdità didattica e culturale insieme. Si continua a insegnare una storia dell'arte imbalsamata a chi la può vivere dal vero... con le sovrapposizioni che l'arricchiscono. Come questa casa medievale signorile che sta ancora nel Foro di Cesare.


E poi perché insegnare ai ragazzi il metodo con cui si spiegano le cose ai propri compagni è il miglior modo di farle apprendere. Infine perché d'estate quei ragazzi potrebbero ben impiegare il loro sapere per svolgere un'attività utile alla loro città: quella della guida turistica (magari per comitive di giovani).
Quindi davvero complimenti ad Anna e alle sue colleghe per l'idea e il lavoro organizzativo.
Se si replicasse l'esperienza nelle altre città italiane daremmo un nuovo senso all'insegnamento della storia dell'arte e diffonderemmo la cultura del patrimonio storico e della sua tutela.
Bisognerebbe parlarne al Ministro Franceschini.

Nessun commento:

Posta un commento